Aiutare gli altri, un’attività che ci “matrifica”.
Ho sempre pensato male di quella scena in cui Maria guarda suo figlio crocifisso e piange,
ho pensato che mi sarei fatta ammazzare piuttosto, ma come avrei potuto resistere alla brutalizzazione, alla violenza, all’ingiustizia, soltanto piangendo? Mi sarei arrampicata, sbattuta pestata, pur di toglierlo da lì. Come potrei guardare e piangere pensando che il sangue del mio sangue è lì che muore soffrendo davanti ai miei occhi? Che poi, comunque, lui era abbastanza grande da dire che proprio ci teneva; quindi, c’è anche un altro discorso: può una madre lasciare in pace suo figlio che crepi e risorga come più gli pare e piace? Parrebbe che una madre giusta (non buona, ne cattiva) debba fare proprio così con un figlio adulto.
Ma poi vallo a sapere che rapporto ha una che è stata abdotta e messa in cinta da un alieno, ops pardon, da un arcangelo. Non lo so che legame avrei avuto con quel figlio. Insomma, ci sono molte domande di fronte a quella scena. Fatto sta che i protagonisti principali rappresentano due energie che fanno parte della vita quotidiana di molti di noi, per non dire tutti, che poi vi incazzate, perché “no non è vero io non sarò mai e poi mai così e cosà”.
Ma andiamo con ordine: lui che decide di farsi torturare e uccidere, consapevole fin dall’inizio di quel che sta facendo, spinto da una forza mistica, poi raccontata dalla chiesa in una versione in cui lui muore per sgravarci in eterno dai nostri peccati. Sembra assurdo che un umano possa immolarsi per altri umani senza chiedere nulla in cambio e tutta via è così, anche perché lui (spoiler) non è umano, è il figlio di Dio. Molti, ma soprattutto molte di noi, amano ripercorrere quella strada in cui abdicando a sé stesse, alla loro salute e alle loro esigenze, si immolano per il bene di tutti, aiutando dal primo all’ultimo dei loro cari e comprando un’identità “pulita”, l’identità di Crista in croce. Poi però stanno sempre male, amano raccontare dei propri dolori e/o delle proprie malattie croniche, amano che tutti sappiano quanto hanno fatto, perché comprare l’identità di Crista in croce è doloroso, molto doloroso, ma ha una contropartita interessante: tutti possono dire, poverina e nel piano “platinum upgrade plus” anche “poverina è così buona, è una santa!” No: è un mix perverso tra Candy Candy e Cristo, quella non è una santa. La fisicità di chi porta con se quell’energia, tende ad accumulare peso e in bioenergetica viene chiamata “struttura masochista” per dirla in psicologhese. “L’adulto masochista è quasi sempre sovrappeso, o tendente all’obesità, perché si sente bene e al sicuro solo quando è pieno.” A tal proposito vi consiglio il bel libro di Luciano Marchino e Monique Mizrahil – Il corpo non mente: Comprendere se stessi e gli altri per vivere meglio.
In questo libro viene raccontata la fisicità e quanto questa, in un processo osmotico con l’ambiente e il contesto di crescita sia narrazione di quel che siamo. Ancor prima dell’epigenetica, arriva la bioenergetica, che se studiata con l’indispensabile morbidezza che dovremmo avere dinnanzi a qualsiasi approccio è davvero illuminante.
L’energia che porta con se l’identità della Crista in croce, è un’energia potente, tentacolare, avvolgente, dolce e perversa al contempo, ma prima che ci si possa rendere conto, ci avviluppa e avviluppa se stessa in un gioco di ruoli, fatto di colpevolizzazioni e dolci ricatti, dai quali è faticosissimo venir fuori. Quando siamo noi a portarla addosso la riconosciamo perché porta con sé un mix di santificazione, bontà e sospetto senso di pace nell’aver fatto tanto bene a tutti, anche se le richieste di tutti, man mano che passano gli anni, si fanno sempre più pressanti e sempre, sempre, sempre meno riconoscenti, tanto che la Crista in croce si allontana in maniera naturale da quello che doveva essere il suo obiettivo iniziale, ovvero che: almeno il merito di essere buona le venga riconosciuto. Scoprendo così che essere Crista non basta, né a lei per farsi voler bene, ne agli altri per volerle bene. Quando appartiene alle persone che amiamo dobbiamo sicuramente chiederci perché entriamo così facilmente in connessione con qualcuno che per farci un favore ci chiede (senza chiedere) l’anima, il sangue e soprattutto la devozione che solo un buon cristiano dedicherebbe alla Madonna.
La Crista in croce (e non vorrei essere stata confusiva parlandone solo al femminile, ma vale anche per alcuni rarissimi casi di maschile, aimè gli uomini sono sempre più furbi delle femmine, in questi tratti della personalità, scherzo, state buoni, non aggreditemi), dicevo: la Crista in croce ha tanto a che fare anche con l’energia che pervade la “Madonna Guardona” che scomporrei in due energie distinte, una sana e una disfunzionale.
Nella sua versione disfunzionale la Madonna Guardona si allea con Crista in croce e davanti alle tragedie altrui trasforma tutta la sua bontà ed empatia in uno strano sentimento distorto, in cui non può comprendere completamente e sinceramente la vita altrui, perché è talmente impegnata ad alimentare le sue lacrime che non ha tempo per fermarsi a comprendere realmente chi le sta intorno, nonostante finga benissimo di saperlo fare. Noterete, se quest’energia non vi appartiene, ma è propria di qualcuno con cui siete in relazione, che nell’arco degli anni vi saranno più momenti in cui si metterà in fallo, rivelandosi in tutta la sua capacità di non empatizzare, non ascoltare veramente, perché troppo concentrata a narrare la storia di sé stessa addolorata. La Madonna Guardona funzionale invece compie una vera e propria rivoluzione, spogliandosi del ruolo tipico della madre italiana (nell’accezione peggiore del termine) per lasciar spazio alla madre giusta, colei che osserva la vita del figlio, colei che nel bene e nel male ha già amato, ha già educato e non smettendo di amare, tende al principio ultimo dell’amore: la liberà. Un ruolo incomprensibile ai più: la Madonna Guardona guarda le scelte del figlio e resta immota nel rispetto di sé stessa e del altro, assolvendo in fine il compito della madre giusta che libera il figlio dalla sua presenza di vergine divina (oserei dire parecchio ingombrante) e lasciando che cammini o che si inchiodi a una croce, accanto, ma non in simbiosi. È molto dura incarnare l’energia della madre giusta, è difficile e, specie se si è cappeggiato il ruolo di Crista in croce, potrebbe essere addirittura impossibile, in Italia tra l’altro credo che rasenti l’eresia.
La Madonna Guardona, nella sua visione funzionale, semplicemente osserva, ama essendo libera e lasciando liberi. Non credo ci sia molto da dire su un gesto mistico e rivoluzionario al contempo e tuttavia, incomprensibile e impraticabile ai più.
Fatemi sapere se siete mai statƏ a contatto con energie così complesse, sono molto curiosa di sapere se anche voi, come me, vi siete ritrovatƏ dentro o accanto a queste personalità.
La messa è finita, andate in pace.


