Bulli, bulletti, bulloni

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Vi racconto una storia, una tra quelle che mi sono venute in mente leggendo il libro di di Antonio Andrea Pinna “Il mio lato B-Polare”.

A un certo punto della mia vita ho allontanato un gruppo di amici che mi ha “bullizzata” per anni, e ho iniziato a stare meglio, pensavo di essere già una donna e parecchio matura quando l’ho fatto, e invece dovevo ancora diventarlo, e chissà quante altre volte lo diventerò nuovamente. 

Avere accanto amici che non hanno parole di sostegno, che approfittano di quel che sei e che fai, ma che sono simpatici, divertenti e a cui vuoi tanto bene, può far male. 

Gli amici che non incoraggiano, che demoliscono, che scherzano sempre sui tuoi gusti e per puro divertimento triangolano, pensando che tu non te ne accorga, alla lunga deteriorano, logorano la tua salute fisica e mentale.

Gli amici che tramano, che sparlano (non che si lamentano ogni tanto di quel che sei, quello capita a tutti, che sparlano per il gusto di farsi una bella risata), che deridono in branco: sono delle merde. 

Non c’è una via di mezzo, non c’è una soluzione: sono delle merde. Semplicemente. Anche se sono troppo simpatici. Perché ci vuole un po’ di cuore nella vita per stare bene.

Così ho pensato che parlo spesso di stile di vita, tenendo in larga considerazione tutto quello che conosciamo bene sull’argomento, le macro aree per intenderci: salute mentale, alimentazione, allenamento fisico, allineamento posturale, vita all’aria aperta, contatto con la natura, camminate, comunicazione con gli animali… e via discorrendo. 

Solo: mi son resa conto che, pur avendo fatto una tesi sulla solitudine, ancora non ho fatto un “post lungo” sulla salute mentale e l’amicizia. 

Lo stile di vita e l’amicizia.

Eppure, una delle caratteristiche dei (molto sdoganati) centenari: è proprio la comunità, da Okinawa a Seulo, (lasciamo perdere l’alimentazione, che probabilmente funziona perché poca e molto sana) ma uno degli elementi che colpisce è proprio quello della comunità.

Perciò, arriviamo insieme all’oggi, in cui cerchiamo di tenere in piedi la baracca della nostra salute mentale, barcamenandoci in un tourbillon di soluzioni e situazioni per non esplodere dentro vite vorticose.

Non sto parlando di vite esagerate come quelle dello Showbiz, che conosco bene perché l’ho praticata anche se per poco, in quel mondo milanese e anche in quello romano (ere geologiche fa), quella è una vita che va a 1000, che se non la vivi non la puoi immaginare e che si mischia continuamente con la professione senza fermarsi mai, che ti chiede performance altissime.

 Ma non ho alcun dubbio nel constatare che tantissimi intorno a me, vanno a 100, a 200, ed è moltissimo e sono vite che comunque avrebbero bisogno di rallentare, sono vite i cui corpi a un certo punto chiedono pietà e manifestano sintomi tra i più disperati (si volevo proprio dire disperati), inviando segnali di stop molto precisi. E puntuali.

Chi non se ne accorge viaggerà nel limbo nella malattia, senza troppe domande.

Ma chi se ne accorge comincia lo stesso disparato cammino: 

Si pulisce la casa, si elaborano soluzioni minimaliste, passando dal feng shui, per arrivare alla dieta sana (quale bene bene non si sa, perché pochissimi nutrizionisti hanno voglia di spiegare che i corpi possono anche essere davvero molto molto diversi tra loro, tecnicamente parlando, e preferiscono dare una dieta che ti fa sentire più bello e che all’80% funziona, e praticamente nessuno di loro ti insegna ad ascoltarlo il corpo, che sarebbe, tra le altre, una cosa parecchio utile). Poi si passa per la respirazione, la camminata, lo sport, l’abbandono di fumo, alcool e droghe. 

Poi, se fai il matto, per questioni etiche diventi pure vegano (e cambi ancora la dieta e ti chiedi come farai a fare la cheto, che comunque al tuo corpo non servirà a un cazzo perché ha uno strano rapporto con le proteine della soia, ma tu questo ancora non lo sai). 

Poi vai dalla psicoterapeuta e ti si apre il mondo della salute mentale, scopri che i tuoi sono stronzi ma che in fondo gli vuoi bene, ma non senza prima aver provato: lo yoga, gli oli essenziali anche quelli da ingerire, poi i massaggi, l’osteopata e l’apparecchio che comunque ti allinea tutto senza sforzi (ma quando mai!?). 

Poi cammini a piedi e preferisci non usare la macchina, ti compri una sacca di tela per fare la spesa e vai al bio perché pur dilaniando il tuo portafoglio la salute viene prima di tutto e poi anche l’ambiente, che comunque è come dare i soldi a un povero, ti pulisce la coscienza. 

Ma poi… 

Poi arrivano gli operai a ristrutturare casa…e anziché stare una settimana, stanno un mese, poi due…poi tre…

 Poi vai da uno psichiatra perché nemmeno il tuo terapeuta è riuscito a farti riprendere dalla depressione post opere murarie (altro che depressione post-parto)**. 

Poi, va di nuovo tutto bene, perché hai lasciato gli antidepressivi, fai sport, mangi bene perché hai cambiato nutrizionista e hai uno psicoterapeuta più bravo del primo. 

Ma oh-oh: l’unica cosa a cui non hai mai pensato in tanti anni, in cui le hai provate tutte per trovare un equilibrio e stare bene con te stessa e con gli altri… 

L’unica cosa a cui non avevi dato peso erano i tuoi amici di merda e sai perché? 

“Perché i tuoi amici sono già pochissimi e super selezionati, anzi si contano sulle dita di una mano” 

Davvero? Ma sai qual è la notizia? Che la mano era monca, perché la vita è ingiusta e anziché cinque, te ne sono rimasti forse due di amici veri…

Se ci tieni davvero alla tua salute mentale, si tratta di ripartire spesso da zero: anche con le amicizie talvolta.

Mentre stiamo diventando delle professioniste ad uscire dalle relazioni tossiche, ancora nessuno ci ha raccontato bene che le amicizie stesse possono essere relazioni tossiche e che siamo disposte a molto pur di non guardare che: se abbiamo avuto una relazione tossica con il nostro ultimo partner, è forse molto probabile che: anche altre nostre relazioni, siano tossiche…

E tu? Hai avuto amicizie non conformi al tuo stato di salute?

Hai mai dovuto fare le classiche “pulizie”? 

O sei stato allontanato?

Le amicizie contribuiscono davvero moltissimo al nostro stato di salute mentale, sono quelle che ci sosterranno nei momenti difficili e che ci aiutano a vivere la vita quotidiana con più leggerezza. 

La vita di per sé non aiuta, è una specie di strana roulette russa, ma le amicizie possono fare molto dinnanzi alle incognite della vita, alla sua quotidiana amarezza. 

Avere amici che ti sostengono con un sorriso, in grado di abbracciarti e di farti sentire a posto è un bene inestimabile.

E quanto sto dicendo è una gran banalità

che troppo spesso diamo per scontata.

Se ti senti sola tra gli amici, se sei a disagio alle loro feste, quegli amici forse non ti “calzano bene”.

Bisognerà ridefinirsi e aiutare i prossimi a comprenderti meglio, per quello che sei, di modo che il vostro affetto sia bidirezionale, paritario e spensierato.

Ho detto definirti meglio, perché i primi a non spiegare chiaramente chi siamo, a volte senza volerlo, siamo proprio io e te.

Io ho imparato una cosa da quando sono rinata, chiarire per bene chi sono e come mi sento mi aiuta ad avere amicizie profonde e a scansare le amicizie intolleranti.

E viceversa, gli amici in grado di dire come si sentono e chi sono veramente sono davvero preziosi e rari, non sottovalutate chi è diretto e “strano” in genere sta solo esprimendo se stesso con efficacia.

NB Nell’immagine la mia richiesta inesaudita a Chat GPT, ma comunque molto simile ad una mia inquietante festa di compleanno da bambina in cui non mi divertivo MAI. 

*sì ho fatto una battuta stronza, pazzesco, ma sono donna e senza figli e me ne arrogo il diritto, di essere stronza!

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